IL PAESE DELLE BETULLE:
«[…] Ho rivissuto la mia esperienza attraverso gli occhi del protagonista e, se non ho assistito al “viaggio nel tempo” in cui si è ritrovato Zeto, ho comunque avuto la sensazione netta che in quel posto qualcosa continui a compiersi ancora e ancora e ancora, in un silenzio gonfio di angoscia sorda. Mi sono chiesto se, girandomi, non avrei visto arrivare uno di quei treni a vapore, che all’inizio Zeto crede parte di una rappresentazione. Ho immaginato quel treno fermarsi davanti al fabbricato in legno con il tetto a spiovente. Ho immaginato l’agghiacciante presenza dei comandanti nazisti e le grida furiose dei soldati che ordinano ai prigionieri di scendere dai vagoni. E ho pensato alla stanchezza di questi esseri umani, al loro stato dopo due settimane di viaggio pigiati in quei container, come bestie da macello, sprovveduti, confusi, increduli ed impauriti. Sporchi ed affamati. Ho pensato ai tranelli psicologici di quegli assassini che chiedevano chi volesse “usufruire” dei camion, testando in questo modo chi, per certo, non era in grado di lavorare. E ho immaginato un bambino di cinque anni, che forse rappresenta l’impotenza davanti a tutto questo, il suo viaggio che si sovrappone a quello di Zeto per un appuntamento organizzato al di là del tempo, a più di sessant’anni di distanza. […]
Così si riscopre un po’ ebreo, un po’ zingaro, omosessuale, vecchio, storpio, un po’ più pazzo e soprattutto vivo, davanti alle metastasi della morte aggrappata nella mente, negli occhi vuoti e nei gesti di quegli assassini.»
Gianluca Serratore
TUTTO CORRE / LA VOCE DELLA NOTTE:
In queste due brevi storie mettiamo in primo piano la fantasia e il saper andar oltre delle cose, un po’ come facciamo noi disegnatori e sceneggiatori quando ci mettiamo davanti ad un foglio bianco: sogniamo la realtà!